mercoledì 19 dicembre 2012

#iostoconmarco

Nelle carceri italiane ci sono 140 detenuti ogni 100 posti letto, una situazione dichiarata insostenibile dallo stesso ministro Severino. Fino ad ora ci sono stati 93 morti di cui 50 suicidi, morti e suicidi che non colpiscono solo i detenuti ma anche le guardie carcerarie. Il carcere italiano è diventato sempre più un “deposito di corpi” che un sistema rieducativo. Per questa situazione l'Italia è stata più volte condannata sia dalla Corte Europea per i Diritti dell'Uomo, sia dall'Unione Europea stessa. Strettamente correlato al tema del sovraffollamento delle carceri c'è l'intasamento del sistema giudiziario sia penale che civile. Un processo in Italia dura molti anni (arrivando anche al decennio), questo fa si che da un lato molte persone vengono detenute illegalmente, in quanto potrebbero risultare innocenti (si stima che circa il 40% dei carcerati sia in attesa di giudizio), dall'altro porta chiunque senta il bisogno di avere giustizia a non avere la sicurezza che questa giustizia avvenga. La sicurezza di aver una sentenza in tempi brevi è importante per lo sviluppo del nostro paese, in quanto è una prerogativa necessaria per attrarre gli investimenti .

Per far in modo che questo problema emerga, e non continui ad essere ignorato in questi giorni lo storico leader del  Partito Radicale, Marco Pannella, sta seguendo uno sciopero della fame e della sete. La situazione della giustizia e dei carceri e un tema caro ai Radicali che da molto tempo cercano di far parlare di questo e di risolvere la situazione. La loro proposta è quella di indire un'amnistia. L'amnistia è quel procedimento tramite il quale, alcuni reati vengono “annullati”. Questo annullamento comporterebbe l'annullamento dei processi in corso e il rilascio di quei detenuti ricadenti nella casistica. Un provvedimento del genere se accompagnato da una riforma della giustizia (il come è aperto a discussione e non sono così informato per dare una mia opinione) porterebbe un alleggerimento non da poco al sistema italiano, sbloccherebbe risorse e potrebbe servire da nuovo inizio e a un rilancio anche economico. Mi rendo conto che sembra un po come dire “liberiamo i criminali”, ma va anche detto che la situazione in cui vivono i detenuti non è umanamente sostenibile e sicuramente non è per niente rieducativo e orientato al reinserimento nella società.

Adesso che il leader radicale rischia la morte, finalmente di questo problema se parla nei giornali e nei telegiornali....o meglio, a mio avviso si fa finta di parlarne. Da quello che vedo in TV (ma anche nei giornali che seguo online) l'attenzione è tutta focalizzata sul rischio di morte di Pannella, sulla sua volontà o meno di interrompere lo sciopero e sulla sfilata di personaggi famosi che (ora) si dichiarano solidali. Quello che manca è il (ri)lancio di una vera campagna di informazione riguardo la situazione italiana, andando ad approfondire i motivi della protesta e non solo la protesta. Di servizi di approfondimento non c'è traccia. Dove sono le immagini vere della situazione delle carceri? O i dati sulla situazione dei processi in Italia? È molto più importante sapere che Ruby è in Messico ( e dirlo in tutte le salse), piuttosto che spiegare come mai un processo di normale cittadino duri 7 anni, oppure è più importante vedere le (poche) spese degli italiani per natale, seguito da servizi analoghi sul comportamento dei greci o dei tedeschi, piuttosto fare il paragone con le carceri di questi paesi?

Detto questo non voglio sminuire lo sciopero di Marco Pannella, questo suo gesto che, abbracciando pienamente la logica della manifestazione non violenta, potrebbe portare all'annichilimento della sua persona in favore di un ideale di solidarietà e giustizia è ammirabile e andrebbe preso da esempio. Abbraccio e approvo pienamente questa causa, che non dovrebbe essere solo la causa di Pannella e dei Radicali, ma dovrebbe essere la causa di tutti, anzi, non dovrebbe proprio esserci il bisogno perché questa causa esita. Mi permetto però di muovergli una piccola critica, non ho apprezzato molto il fatto che il leader radicale ha posto come presupposto per interrompere lo sciopero l'adesione di alcune personalità famose alla lista che intende proporre chiamata “amnistia giustizia e libertà”. Comprendo le ragioni politiche che stanno alla base di questa decisione, ovvero quello di servire da incentivo per l'entrata in campo di elementi validi e di cercare di garantire una continua esposizione mediatica su questi argomenti, ma alle mie orecchie suona molto come un ricatto. Sembra quasi voler dire, “o obbligo qualcuno a condivide la mia causa e a cominciare a combattere per essa, oppure, io mi lascio morire”. Un ragionamento di questo genere va a ledere proprio uno dei valori che si cerca di difendere, ovvero quello della libertà. Mi rendo conto che confrontato a Marco Pannella io sono nessuno, ma ho voluto lo stesso esprimere la mia opinione.
Concludo ad ogni modo sperando che qualcuno accetti le condizioni di Pannella, e che egli interrompa lo sciopero, un portatore di idee e di insegnamenti come lui è molto più utile vivo che morto, e i martiri è meglio lasciarli al Vaticano.


Alcuni links:
Per saperne di più su Giustizia, Carceri e Economia:


Per avere un'idea della situazione delle carceri in Italia:


Per avere un'idea della situazione della giustizia in Italia:


Per vedere quante procedure di infrazione ha l'Italia: